Chiudiamo le pagine del 2004 con qualche giorno di ritardo,causa il tempo necessario per ascoltare e apprezzare sbalorditi la doppia fatica di Thomas Dybdahl. Due album: il primo si tratta in realta di un album del 2002 “The Great October Sound” uscito in europa soltanto adesso e il secondo uscito solamente in Norvegia “One Day You’ll Dance For Me, New York City”, che in quel “paesino” è presto salito in vetta. Andiamo con ordine e parliamo del tardivo-per noi- “The Great October Sound”, inno al folk-rock che sa tanto del piu intimo Jeff Buckley, quanto non fa mistero di esserlo, sentite la song di apertura “Fron Grace”. Certo le distanze ci sono tutte, ma Dybdahl riamane a suo modo quanto di piu vicino ci sia veramente capitato di ascoltare. Pennate leggere scorrono sulla chitarra, la voce che parte lenta e morbida per poi rapidamente rendersi trepidante ed emozionante, vedi “Adelaide” (Nick Drake?!) ,”John Wayne”e la accattivante “All’s Not Lost”. Le premesse per stupire ci sono tutte. Sicuramente piu difficile e riflessivo “One Day You’ll Dance For Me, New York City”, dopo la song d’apertura (che regala anche il titolo all’album) tutta passione e dolcezza con arpeggi rotondi e un piano sullo sfondo a creare atmosfere solari, l’album imbocca ben altra direzione. Si passa sempre piu rapidamente ad una visione intimista e cupa con “solitude” scompare la chitarra e si arriva quasi al sossurro in “it’s always been you”(la migliore traccia dell’album),ancora l’organo in “babe”, i violini in “henry” ma il profilo accompagnato da una delicatissima voce femminile rimane delicatissimo.
Thomas Dybdahl – The Great October Sound + One Day You’ll Dance For Me, New York City
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