Se il 2004 aveva visto l’ascesa dei Franz Ferdinad il 2005 si apre nel segno dei Bloc Party, già alle cronache come gruppo spalla degli Interpol nel finire dell’anno passato. La band londinese arriva a questo debut-album dopo appena un Ep che aveva spostato su di loro più di un’attenzione( vedi NME ) . L’attesa è ripagata in pieno da questo “Silent Alarm”, album che si innesta sulla scia del ritrovato entusiasmo per gli ottanta, arricchendosi però di linfa e vitalità del tutto nuove. Gli esordienti Bloc sanno attingere con maestria soprendende dal dark-punk style nei richiami dei primi Cure “Like eating glass” e “Pioneers” , materializzano Robert Smith in “Banquet”. Episodi trascinati sulla soglia di un punk-funky travolgente in “Elicopter” (impossibile restare immobili ) e ritmi nevrotici incontrollati in “She’s Hearing Voices” e “Prince Of Gas”. Il resto è deliziosa melodia sciolta nelle note di “Blue Light”, “So Here We Are” e nella voce di un Kele Okereke, che si dimostra non digiuno del “solito” Morrissey cosi come di Ian Curtis e Damon Albarm. Aspettiamoci il botto.
Block Party – Silent Alarm
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