Un elogio dei chiaroscuri questo in sintesi il concentrato del secondo album degli inglesi Editors “An End Has A Start“. Dal duopolio delle immagini in bianco e nero che aveva caratterizzato l’ottimo esordio con “The Back Room” si passa ad accorporare le tonalità intermedie e questo sposta tutto il lavoro su livelli di eccellenza assoluta. Gli Editors rimangono una band dalle atmosfere oscure, poco disposta a svestire questi abiti, ma le capacità interpretative della voce di Tom Smith profonda ed emozionale, mischiate ai riff della chitarra di Chris Urbanowicz producono effetti da far impallidire qualunque fan della prima ora, vedi “Spieders” o “Bones”. L’apripista “Smokers Outside The Hospital Doors” insieme a “An End Has A Start” sorprendono per dinamicità e capacità attrative di coinvolgimento. La struggente “Escape The Nest” e “The Racing Rats” sembrano nate per sbriciolare le anime, e ci dicono quale livello possa toccare quest’opera. Dieci le tracce del disco, ognuna necessaria e speculare all’altra, che sanciscono un maturità ormai definitiva nella forma e nei contenuti. La fine come un inizio, una sorta di cerchio che si chiude. Chiedersi se i Joy Division nel 2007 sarebbero usciti con un album del genere ? La risposta molto probabilmente sarebbe stata affermativa.
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