Dopo diciasette lunghi anni e oltre tredici milioni di dollari per la realizzazione, dopo interminabili annunci e smentite è finalmente arrivato “Chinese Democracy“, quello che sarà ricordato come l’album dalla gestazione più lunga della storia. Della memorabile band originale non rimangono che il tastierista Dizzy Reed e naturalmente il carismatico leader Axl Rose; gli altri pezzi pregiati a partire dallo storico chitarrista Slash se ne sono andati, a più riprese. I Guns n’ Roses del 2008 sono riassunti nella mente e nella follia di quell’ Axl Rose, che tanto per rimanere nel personaggio, ha deciso di disertare la presentazione ufficiale del disco mandando su tutte le furie la casa discografica, non avvisata di nulla. Finite le dovute premesse, parliamo di questo “Chinese Democracy“; opera fatta di testi e soprattutto di musica; entrambi parimenti importanti. Come era lecito attendersi, lo stesso titolo non ha tardato a sollevare polemiche di ogni genere. Il quotidiano comunista cinese “Global Times” ha aspramente criticato l’album, che è stato immediatamente censurato e ne è stata vietata la vendita per le parole contenute nella opentrack “Chinese Democracy“, “Pensate di aver chiuso tutto a chiave e che se li picchiate duramente, loro moriranno. Per me è come una camminata in un parco, mentre voi la state facendo all’inferno…” per offondare poi i colpi ” Perché ci vorrà molto più odio di quello di cui disponete, per arrestarne il fascino; anche usando un pugno di ferro; maggiore di quanto non abbiate fatto per governare la nazione“. I riferimenti piu o meno diretti e velati non terminano qui; Axl si fa prodigo di citazioni, in “Madacascar” compare lo splendido duetto con Martin Luther King, attraverso i campionamenti dal suo discorso del ‘63 “I have a dream“. Ancora in “Catcher n’ the rye” (titolo originale del libro di Salinger Il giovane Holden) nei versi fa riferimento a Mark David Chapman, l’assassino di John Lennon. Detto dei testi, rimane la musica, piu vicina ad un mai pubblicato “Use your illusion 3” piuttosto che ad “Appetite for destruction” come daltra parte era lecito attendersi. Rose e Pistole, ancora una volta è questa la ricetta vincente; semplice eppure inimitabile per tutti gli altri. Le parti più hard si concentrano in “Shackler’s revenge” pesantemente robusta in apertura, industrial riff di chitarra e groove convincenti nella ritmica, sulla stessa lunghezza d’onda “Scarped”, e “Rhiad and the bedouins“, nonchè la gia menzionata “Chiense democracy“. Sul fronte più rock “Better” , “I.R.S” che riaccende amori del passato e “If the world” funkrock dalla movenze mediorientali finito non a caso nella colonna sonora di “Nessuna verità“, film di Ridley Scott. Punte dell’icerbeg sono “Street of dream” una sorta di nuova “November Rain” con un assolo di chitarra commuovente, e “Madacascar” che trova negli arrangiamenti orchestrali dell’italiano Marco Beltrami e nell’interpretazione vocale di Axl una perfetta compiutezza. Il solo pianoforte di “This is Love” chiude splendidamente questo ritorno che, a conti fatti, era più che necessario; con buona pace dei tanti, troppi denigratori.