« Automatismo psichico puro, al di fuori di ogni preoccupazione estetica e morale. » un progetto artistico , quello dei surrealisti londinesi Breton, che nasce da lontano, tre ep già pubblicati e una intensa produzione di video e cortometraggi che sono valsi le nomination al London Short Film Festival e all’East London Film Festival. Con il debutto di “Other People’s Problems” arriva l’approdo alla prestigiosa etichetta Fat Cat già degli Animale Collective e dei Sìgur Ròs e proprio negli Sundlaugin Studiosa, di proprietà dei Sìgur Ròs, avviene la registrazione dell’album intessuto di contaminazioni urbane che spaziano dalla dance-punk, all’hip hop fino alle sonorità Portishead di Bristol e alla nu-new-wave, in una sorta di immateriale manifestoart-rock. Delle 11 tracce di questa immaginativa dell’inconscio vanno evidenziate le incursioni orchestrali nei violini di “Pacemaker“, l’avanguardia elettrica di “Edward The Confessor“, l’electro-punk di “Ghost Note” e i tappeti syntetici di “Interference“. Finalmente il primo colpo ben assestato in questo 2012.
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