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Categoria: rock

Tallies – Tallies (Fear Of Missing Out)

Sogno ad occhi aperti, caledoscopio di suoni ed immagini, questa la migliore nota introduttiva per riassumere l’esordio dei canadesi Tallies. L’amore per il sound tipicamente inglese di fine anni 80, impadronisce ogni singola traccia di questo lavoro, dream pop raffinato e curato con influenze shoegaze, ethereal wave e momenti surf pop a farne da cornice. Un piccolo gioiello, dove ogni cosa è ordinatamente al suo posto, come non abbandonarsi allo sfondo atmosferico di “Trains And Snow” oppure alle meravigliose chitarre di “Midnight” e alla rassicurante leggerezza di “Have You”. 

Interpol – Fine Mess

A meno di un anno dall’uscita del riuscittissimo “Marauder”,  la band newyorkese annuncia questo nuovo ed inatteso singolo “Fine Mess” accompagnato da ulteriori  nuove date al tour americano. Paul Banks e soci stanno ritrovando una seconda giovinezza e questi tre minuti e quattordici  secondi  di oscuro post-punk rivelati in  “Fine Mess” ne sono la riprova.

Old Sea Brigade – Ode To A Friend

La prima stella a brillare in questo 2019 arriva dal Tennessee, precisamente da Nashville dove il polistrumentista Ben Cramer, meglio conosciuto con il curioso nome di Old Sea Brigade, aveva già iniziato a far parlare di se, con la riuscitissima “Love Brought Weight“, contenuta nell’omonimo ep del 2016, capace di superare i 25 milioni di streaming. Questo folgorante debutto, accompagnato dalla sapiente guida del produttore Jeremy Griffith, raccoglie tutta la migliore tradizione nu-folk americana resa più che mai attuale dal preciso incastro del piano, dei synth, dei suoni elettronici e ambient che vanno a disegnare e completare un quadro che rimane volutamente minimal.

Breton – Other People’s Problems

« Automatismo psichico puro, al di fuori di ogni preoccupazione estetica e morale. » un progetto artistico , quello dei surrealisti londinesi Breton,  che nasce da lontano, tre ep già pubblicati e  una intensa produzione di video e cortometraggi che sono valsi le nomination al London Short Film Festival e all’East London Film Festival. Con il debutto di  “Other People’s Problems” arriva l’approdo alla prestigiosa  etichetta Fat Cat già degli Animale Collective e dei Sìgur Ròs e proprio negli Sundlaugin Studiosa, di proprietà dei Sìgur Ròs,  avviene la registrazione dell’album intessuto di contaminazioni urbane che spaziano dalla dance-punk, all’hip hop fino alle sonorità Portishead di  Bristol e alla nu-new-wave, in una sorta di immateriale manifesto

The Horrors – Skying

Si può rimanere increduli e chiedersi, ma sono proprio loro? sono gli stessi che appena qualche tempo fà se ne uscivano con un disco garage rock pieno di suoni psicotici alla continua ricerca di una dimensione “bordelline“. Si sono proprio loro e oggi ad appena tre anni di distanza il salto evoluzionale sembra concluso (?). La band londinese se ne esce con un degli album più interessanti di questo 2011, rumori di tipico stampo ottanta, ricerca di ambienti quasi strumentali ed una latente psicadelia di fondo che rende il sound meno  aggressivo e ne esalta le forme e le immagini.

Kasabian – Velociraptor

Velocità, ritmo e una buona dose di aggressività ecco a voi  “Velociraptor”, con queste parole  è lo stesso chitarrista della band Serge Pizzorno a presentare al meglio il nuovo album targato Kasabian. Idee chiare, talento e tanta sfrontatezza hanno portato i Kasabian ad approdare verso l’album della “grande svolta”; il quartetto britannico reinventa il suo “groove” mescolando l’anima  rock ed electro che da sempre gli appartiene con influenze tipiche dello stile psichedelico proprio degli anni 70. Un sound virulento dal contagio immediato che alza il sipario con  le sonorità cine-spy-retrò in stile The Last Shadow Puppets di  “Let’s  Rool Like We Used To” per proseguire con il primo singolo dell’album