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Categoria: rock

Bloc Party – Intimacy

Intimacy” una novità ancor prima di raggiungere i musicstore. Sull’onda emotiva aperta dai pionieri Radiohead anche i Bloc Party decidono di lanciare la loro ultima creazione sul web. Cosi il 21 agosto scorso , compare nel sito uffciale della band, la versione digitale scaricabile a 5 sterline; che precede quella definitiva in uscita il 27 ottobre. Per voce dello stesso Kele Okereke, leader del gruppo, questa versione più economica potrà differire da quella che fisicamente si accomoderà sugli scaffali. Trovata commerciale discutibile ma dal sicuro effetto pubblicitario. L’album che ritrova alla produzione, i protagonisti delle scorse edizioni

The Verve – Forth

Partendo dal singolo “Love Is Noise” che ha anticipato di qualche settimana l’uscita di “Forth” si erano create legittime attese di un ritorno ai suoni e alle atmosfere del Britpop di “Urban Hymns“. Niente di più falso. La reunion dei Verve, dopo 11 anni, porta in dote un album che è più rock che pop; più psichedelico che melodico; lontano in forma e sostanza dai territori ormai consumati del mainstream. britannico. L’apertura dell’opera con “Sit and Wonder” è spigolosa e acida, intensa e tirata effusione di chitarre, accompagnata da una base ritmica pressante. Sempre sull’onda del ritrovato amore per brani lunghi e di articolata esplicazione, ritoviamo gli oltre otto minuti di “Epic Noise” dove psichedelia e noise sono corposamente mischiati.

The Last Shadow Puppets – The Age Of Understatement

I Last Shadow Puppets sono il progetto parallelo nato dalla mente di Alex Turner (cantante degli Arctic Monkeys) e dall’amico Miles Kane (cantante dei Rascals) con la partecipazione del loro produttore James Ford (batterista già dei Simian Mobile Disco e produttore del disco d’esordio dei Klaxons). Questo album spunta inatteso, quasi senza un motivo apparente. Le “scimmie artiche” ormai navigano su apici di popolarità indiscussa, e dal canto suo lo stesso Miles Kane con i Rascals (in uscita nei primi giorni di giugno) ha già fato il pieno di considerevoli attenzioni; quindi “The Age Of Understatement” diventa un vero e proprio fulmine a ciel sereno. Se strana si può definire la sua uscita ancor più spiazzati si rimane nell’ascolto; come non sobbalzare sulla sedia! Questo album è tutto quello che non ti aspetti, è un album pop, lounge, retrò che fa respirare aria di anni 60 ad ogni suo verso, ovattato, lussuoso e luccicante.

Editors – An End Has A Start

Un elogio dei chiaroscuri questo in sintesi il concentrato del secondo album degli inglesi Editors “An End Has A Start“. Dal duopolio delle immagini in bianco e nero che aveva caratterizzato l’ottimo esordio con “The Back Room” si passa ad accorporare le tonalità intermedie e questo sposta tutto il lavoro su livelli di eccellenza assoluta. Gli Editors rimangono una band dalle atmosfere oscure,  poco disposta a svestire questi abiti, ma le capacità interpretative della voce di Tom Smith profonda ed emozionale,  mischiate ai riff della chitarra di Chris Urbanowicz producono effetti da far impallidire qualunque fan della prima ora, vedi “Spieders” o “Bones”. L’apripista “Smokers Outside The Hospital Doors” insieme a “An End Has A Start”

Van Velzen – Unwind

Per la serie “la teoria del luoghi geografici”. Se un disco così fosse uscito nel Regno Unito avrebbe gia’ monopolizzato magazine specializzati, tipo NME, saremo qui a parlare dell’ennesimo fenomeno del britipop in stile James Blunt. Trattasi invece di un “perfetto sconosciuto” pianista e compositore, tale Roel Van Velzen talento di Delft (Olanda), che con il suo debut album si accredita a divenire la vera rivelazione di questa primavera. Che le intensioni siano piu’ che serie lo si intuisce già dalla copertina, lo troviamo intento nel trascinarsi un pianoforte mezzo fracassato, fracassato va aggiunto per il vigore e l’energia con cui è stato suonato.

The Good The Bad And The Queen – The Good The Bad And The Queen

Il Buono, il Cattivo e la Regina, perfetta colonna sonora di un moderno western, ambientato in una fumosa Londra 2007, dove i vocaboli che ne fanno da padrone sono “cinismo” e “disincanto”. Immagini e fotografie dell’ennessima poprevolution voluta dell’imprevedibile ed eclettico Damon Albarn. L’artista inventore dei “Blur” prima, e dei “Gorillaz” poi, stavolta si é superato plasmando un progetto che è “ambient music” e “pop” al tempo stesso, modernità elettroniche e passato fatto di raffinate sfumature strumentali. Attorno ad Albarn una superband senza precedenti che può contare su musicisti del calibro di Paul Simonon, bassista leggenda dei Clash, sulla chitarra dell’ex Verve Simon Tong, suntuoso tributo britpop,