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Decemberists – Her Majesty LIVE

A quasi un anno dall’uscita del loro ” Her Majesty” ( già in Playlist 2003), si torna a parlare dei Decemberists. Per il quartetto americano fatto di archi, fisarmonica, contrabbasso oltre a chitarre e batteria e che può contare sulla folgorante voce del singer/songwriter Colin Meloy, è arrivato il momento di far tappa in Europa, dopo aver concluso l’ottima tournèe americana con relativo pieno di consensi. Ricetta azzeccata quella dei menestrelli-cantastorie di Portland, pop-folk raffinato il loro, in cui riecheggiano i migliori “Grant Lee Baffalo”. Toni mai appiattiti, mai monocordi per una voce al limite del recitato pronta a rincorrere e ad essere rincorsa dagli svariati strumenti in scena, in una sorta di continuo effetto “unplugged”.

Isolation Years – It’s Golden

Se da anni non riuscivate a trovare nello scaffale nuove uscite, del vostro negozio di fiducia, un cd che suonasse semplicemente rock ‘n ‘roll finendo sempre per tornare nel reparto anni 80-70, beh ora potete finalmente consolarvi. Questo It’s golden degli sconosciutissimi (..per ora!!) Isolation Years non è altro che puro e semplice rock (con venature folk-country ), disegnato con una maestria e una fluidita impressionanti alla maniera degli Eagles o dei primi R.E.M. La cosa che più sorprende è che questa “operazione revival” non arrivi ne da Liverpool

Marjorie Fair – Self Help Serenade

Esordio riuscito per i Newyorkesi Marjorie Fair trapiantati a Los Angeles dopo anni di gavetta, undici canzoni intrese di country-folk e rock n’roll privo di campionamenti e con sonorità davvero interessanti. Le loro canzoni racchiudono qualcosa di profondo di misterioso, si possono trovare mille paragoni mentre le si ascolta ma poi si scopre che non sono nulla di tutto ciò. Il loro “Self help serenade ” ha quel magnifico pregio chiamato immaginario, lasciano correre la musica e dietro corrono i nostri pensieri.

Polly Paulusma – Scissors In My Pocket

Capita di rado, ma capita che per apprezzare un ‘artista e intuire le sua qualità siamo sufficienti pochi istanti di musica, ecco questo è proprio quello che è accaduto ascoltando “Scissors in my pocket”. Che il folk-rock stia vivendo una seconda giovinezza lo si era capito dal fiorire in questi mesi da una serie impressionante di uscite azzecate ( Bic Runga, Katie Melua, ect..), ma non è possibile non celebrare l’ennesima perla.

Morrissey – You Are The Quarry

Dopo sette anni il ” Mozzer” ritorna con un album che lascia increduli. Innanzi tutto è probabilmente uno degli l’album più vicini agli  Smiths della sua produzione da solista, in più è uno dei migliore della sua produzione. Esplode tutta la forza e la spregiudicatezza dei bei tempi, i testi sempre narrativi volti a disegnare ora la solitudine affettiva, ora quell’essere avverso alle forme precostituite. “America is not the world “, “Irish blood, english heart ” “..nessun regime può comprarmi o vendermi” e ancora “The world is full of crashing bores” “popstar dalle mascelle serrate e la stazza suina, non hanno nulla da dire, temono che mostrare intelligenza

Marillion – Marbles

  • I motivi per raccontare di questo “Marbles” sono infiniti dopo ormai 10 anni dal memorabile concept album “Brave (1994)” e a 21 dal loro primo ed epocale “Script for a jester’s tear (1983) ” i Marillion tornano ancora prepotentemente alla ribalta. Dopo una serie di album interlocutori in cui i problemi con le case discografiche l’avevano fatta da padrone, Steve Hogart e compagni decidono di fare tutto da soli, una sorta di rivoluzione destinata a divenire “il precedente”, anche per altre band. Contattano via sito i loro fans e chiedono di farsi sovvensionare un album, addirittura doppio, tutto sulla fiducia, senza aver ascoltato neppure una nota. La risposta è affermativa ed ecco pronto