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Kashmir – Zitilities

Il gruppo di Copenaghen sul quale mesi fa (precisamente in quel di gennaio 2003) avevo puntato forte, piazzandoli alla first-position della mia playlist 2003 arrivano finalmente in Italia, oggi come allora nel disinteresse generale, perchè questa è la realtà purtroppo; non  se ne trova quadi traccia nei magazine o nei siti specializzati. Di tempo dall’uscita di “Zitilities” ne è passato eppure nessuno se ne è  accupato in maniera concreta, oltre qualche riga di routine e nulla più. Il Mitivo di questo disinteresse è difficile da comprendere visto che il disco suona bene, anzi benissimo. I riferimenti al lavoro sono lampanti (i Radiohead di Ok Computer su tutti) non lo appesantiscono; restano sullo sfondo

Katia Melua – Call Off The Search

A volte le cose non sembrano come sono, cosi sbirciando nella top ten Uk (vade retro “top ten”) salta fuori un nome, quello appunto di Katia Melua e un album ” Call off the search ” uscito per la piccolissima etichetta indipendente Dramatico che finisce per scavalcare quel mostro sacro di Norah Jones. Non me ne vogliano gli ammiratori della Jones, le cui qualità sono indiscusse, ma questa diciannovenne nata a Batumi (Georgia) e trasferitasi in Irlanda del Nord, uscita dal nulla, senza sponsor e senza media a tirarne le vendite, arriva a 1 milione di copie

Bic Runga – Beautiful Collision

Dalla piccola isola New Zeland dell’oceania dopo i già citati, the Veils, arriva anche questa fanciulla di origini maori e cinesi. Dopo essere stato in patria per ben sei volte disco di platino, sbarca anche in europa il suo “Beautifull Collision”, pop raffinato e elegante, mixato dal famoso ingegnere del suono Michael Brauer, curatore di progetti come quelli di Coldplay e New Radicals, e dove si vede la partecipazione speciale dell’amico e compagno Neil Finn (Crowded House, Split Enz) in tre tracce dell’album, nell’ordine “Something Good”, “The Be All And End All” e “Listening For The Weather”. Voce particolare, sentimentale e romantica, provare per l’acquisto “When i see you smile”

Amy Winehouse – Frank

Dopo lo splendido debutto di Joss Stone siamo di nuovo qui a celebrare un altra promessa targata Uk in arrivo da Londra. La ventenne Amy Winehouse, presenta il suo “Frank” questo il titolo dell’album, soul-urbano con molte derive nel jazz e anche nel rhythm & blues. Stupisce per la varietà e la profondità dei contenuti, tutta l’imprevidibilità che solo il jazz puo offrire si mescola con sonorità e accorgimenti estramemente moderni. Una voce quella di Amy che sa essere morbita, vellutata e sfuggente ma al contempo ricomporsi in tratti decisi e marcati lì dove la canzone impone toni piu malinconici e ombrosi come nella splendida “What is it about you men”(consigliatissima) e nella accattivante “October song”

The Veils – The Runaway Found

Arrivano dalla Nuova Zelanda, si trasferiscono a Londra e se ne escono con un disco che sbaraglia la migliore concorrenza Britpop attuale e ascoltato il risultato dell’ultima fatica degli Starsailor, si potrebbe dire che i The Veils fanno quello che gli Starsailor hanno mancato (purtroppo). Insomma voci lamentose, archi, chitarre che arpeggiano, in una dorta di  “malinconia organizzata” dai tratteggi molto Smithsiani vedi “one of must go”. Non cè da strapparsi i vestiti, non saranno sicuramente la rivelazione dell’anno, anche perchè su questo filone ormai quasi tutto  è stato  scritto

The Stands – All Years Leaving

Un album “anacronistacamente” bello. Se due indizi fanno una prova allora Liverpool dopo aver ridato segnali di vita con i Coral segna un passo decisivo con gli Stands e si puo parlare di una “nuova” scena tutta basata su sonorità che si credevano ormai messe nel cassetto. Qui l’elettronica non è mai arrivata e non arriverà mai, sembra di piombare d’incanto alla fine degli anni 60, suoni colori e rumori country-rock, armonica e chitarra che si abbracciano “All years leaving” che emozione, neanche il tempo di riprendersi ed ecco affacciarsi il primo r’ n’ beat alla Beatles o meglio alla Lenon